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Guida semiseria allo smartworking ai tempi del Coronavirus

Come sopravvivere in caso di Pandemia Mondiale

Indice

Un giorno ci siamo svegliati e abbiamo realizzato di non poter più uscire di casa! Che fare? Dove andare (ehm, a casa! Non puoi uscire!)? Come lavorare?! Ed ecco che si iniziò a parlare di smart working… cioè? Cioè una modalità diversa di lavoro, non una mezza vacanza!

Con questa piccola guida vogliamo dare alcuni suggerimenti pratici ai molti italiani che non sono abituati a lavorare da casa, che non sanno da dove cominciare.

Consigli utili e pratici, raccontati con la classica verve che ci contraddistingue!

Introduzione

I più “fortunati” avevano avuto questo piacere una decina di giorni prima, ma la stragrande maggioranza degli italiani dal 10 Marzo 2020 non può uscire di casa se non per “comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute” (per fare la spesa, prendere delle medicine, andare al lavoro se strettamente necessario, in poche parole).
È il Coronavirus, spauracchio dell’inizio di questi nuovi anni ‘20, anzi, per l’esattezza sono le contromisure all’odiata patologia, resesi necessarie per contrastare la diffusione dello stesso.

Sui social tutti si mobilitano per sostenere la campagna “#iorestoacasa”, presa di coscienza collettiva del pericolo sanitario all’orizzonte e tentativo responsabile di arginarlo con la scelta consapevole della permanenza forzata tra le mura domestiche.

In questo contesto tutti si stanno mobilitando per svolgere la propria attività in, per dirla con una terminologia molto cool, smart working.

Ma che cavolo è questo smart working che riempie le pagine di tutti i quotidiani e intasa, forse è meglio dire ottura, il feed di Linkedin? Niente più niente meno che la riorganizzazione delle proprie attività professionali in modo che possano essere svolte da casa. Perlomeno questa è l’accezione con cui è comunemente inteso, mentre i precisetti del web sottolineano che smart working è l’organizzazione flessibile del lavoro: un po’ da casa, un po’ in ufficio, un po’ presso i clienti, bla bla, ma poco ci interessa in questa sede.

Con questa piccola guida vogliamo dare alcuni suggerimenti pratici ai molti italiani che non sono abituati a lavorare da casa, che non sanno da dove cominciare.

In molti, a partire dai collaboratori di Nagency, sono seriamente preoccupati degli effetti dello smart working. Il timore è quello di non riuscire a concentrarsi (sicuro?), di non sapersi coordinare con il proprio team (sicuro sicuro?), di abbrutirsi terribilmente (oooh, ecco la verità) e di terminare questo periodo di isolamento forzato nel modo peggiore, come un incrocio tra John Goodman, il grande Lebowski e l’indimenticabile Terence Hill in Trinità (vabbé, ora non esageriamo!).

Non succederà, seguite i suggerimenti proposti in questa guida e, quando vi lasceranno tornare liberi per le vie del mondo sarete donne e uomini migliori, temprati dalle difficoltà, in grado di utilizzare questo tempo sospeso per crescere professionalmente e umanamente!

Un giorno ci siamo svegliati e abbiamo realizzato di non poter più uscire di casa...

YAAAAAWN! MA COME? MA CHE ORE SONO? MA NON ERO IN VACANZA?

Svegliaaaa!

No! Caro neofita dello smart working, la prima regola che devi tenere a mente è: lo smart working è una modalità diversa di lavoro, non una mezza vacanza in cui ogni tanto scrivi un documento, compili una tabella Excel o crei un paio di pagine di un sito per far vedere al tuo capo che stai lavorando.

A proposito del tuo capo, vogliamo dargli un nome, un nome importante, un nome che resti scolpito nella mente? Ok, lo chiameremo Marco Tullio, un nome che certo ti evocherà pesantezza (in tutti i sensi) e reminiscenze scolastiche che pensavi non affiorassero più alla mente.

Quindi, dicevamo, dato che stai, a tutti gli effetti, lavorando, devi svegliarti presto. Ti dirò di più: è meglio se ti svegli un po’ prima. Ci sono alcune attività molto importanti che dovrai svolgere prima di metterti a lavorare, non vorrai già saltarle? Le persone mattiniere in questo sono avvantaggiate ma a molti di noi piace dormire fino a tardi.

Ecco, ragazze e ragazzi, conservate questo piacere per il fine settimana e fate uno sforzo, non ve ne pentirete. Ah, per inciso, rimandare la sveglia del cellulare di cinque minuti in cinque minuti non farà altro che accrescere il senso di stanchezza e la difficoltà ad alzarvi. Fate così: quando la sveglia suona la prima volta, mettete un piede giù dal letto, poi l’altro, infine alzatevi. Facile no? Se siete abilissimi nel rimandare la sveglia mentre dormite, vi suggeriamo l’argutissimo trucco dello spostamento del cellulare fuori dalla portata del vostro braccio. Facilissimo, no?

A che ora mi sveglio?

E lo chiedi a noi??? Scherzi a parte, se abitualmente vi svegliate alle 7.30, provate a fare lo sforzo di svegliarvi alle 7, meglio ancora alle 6.45. Ok, direte voi, questa guida non fa per me. E invece no, tanto state a casa e non state lavorando perché ancora non avete letto questa guida, quindi fatelo, non vi costa nulla, anche se Pornhub ha regalato a tutti gli italiani un account premium gratis per un mese, non vorrete mica diventare ciechi!

Una volta in piedi, dopo aver espletato le vostre necessità corporali, rifatevi il letto. Questa attività è molto importante, considerando che, altrimenti, ogni volta che passerete davanti alla camera da letto, vedrete le lenzuola scomposte e i cuscini gettati di lato,  il che non avrà un bell’effetto psicologico su di voi.

A questo punto preparate un bel caffè, con la moka o con le cialde, oppure un tè, un succo di frutta, un bicchiere di latte freddo, insomma, bevete quello che volete ma non mangiate ancora. Inizia la magica, mistica, rigenerante ora sacra.

Ora sacra!

Ecco, qualcosa sicuramente sì, ma non è nulla di religioso, mistico, spirituale, metafisico, etc.
È un’ora sacra perché è un’ora totalmente vostra.
L’ora sacra dovrebbe essere pratica comune di ogni giornata di ogni persona di ogni paese. Prima di gettarsi nella mischia, occorre concentrarsi e centrarsi, coccolarsi, regalarsi qualcosa da dedicare solo a sé.

In questi delicati giorni di smart working l’ora sacra non rappresenta più un’opzione, ma una necessità.

La definizione l’abbiamo rinvenuta nel blog Efficacemente, piattaforma dedicata alla crescita personale creata e gestita da Andrea Giuliodori, che a sua volta si era ispirato ad altri esperti del settore.

Cosa si fa in questa famosa ora sacra? Semplice, si segue la regola del 20 – 20 – 20, che non ha nulla a che fare con il 5 -5 -5 della celeberrima bizona di Oronzo Canà.

Allora cosa significa? Vuol dire suddividere l’ora in tre parti della durata di 20 minuti ciascuna: 20 minuti di esercizio fisico, 20 minuti di meditazione e 20 minuti di lettura, da collocare nell’ordine che si preferisce.

20 minuti di allenamento fisico

Non è importante che voi siate dei grandi sportivi o dei tortellini antropomorfi

Ogni essere umano ha bisogno di fare un po’ di esercizio fisico, specie se, come nel caso di questa reclusione benevola, chiamiamola così, ci si trova a vivere rinchiusi all’interno di 4 mura.

Per quanto possa essere ampio il vostro appartamento, o la vostra villa, o il vostro castello, (ehm, no, in quest’ultimo caso no), insomma, per quanto spazio abbiate a disposizione per vivere, l’essere costretti a restare nello stesso posto 24 ore al giorno vi renderà intrattabili, se non cercate di sfogare lo stress attraverso un’attività fisica.

Lo sappiamo che state pensando di non avere abbastanza spazio, ma è difficile, avere una casa così piccola che non consenta di esercitarsi con profitto. Altrimenti vivete in un’intercapedine.

Esistono numerose app e siti che vi possono aiutare, ne consigliamo un paio senza prendere nessun tipo di corresponsione economica (ovvero, non ci danno una lira per parlare bene di loro):

  • Nike Training Club – app per dispositivi iOS e Android, è molto completa, è provvista di video di animazione e audio abbinati ad ogni esercizio ed è totalmente gratuita.
  • Esercizi a casa – senza attrezzature – app molto completa, ben strutturata nella sua versione gratuita, con programmi semplici da seguire e ideale, come ricorda il didascalico titolo, per chi non ha attrezzi in casa.
  • LUMOWELL – Benessere 360 – canale di Youtube molto articolato con video divisi in playlist tematiche adatte a tutte le esigenze, fatti con animazioni che ricordano un po’ il videogioco “The Sims”

20 minuti di meditazione

Ora diventiamo tutti mistici?

No, non si tratta di diventare novelli Platone, Sai Baba o Ruggero, si tratta di provare a centrare se stessi, a equilibrarsi, per così dire, per poi proiettarsi con consapevolezza e serenità nella giornata lavorativa da svolgersi a casa.

Anche se non ci credete per nulla, anche se credete che siamo un gruppo di fricchettoni senza arte né parte, provate e non ve ne pentirete. Pure in questo caso vi presentiamo un paio di app che non si sono offerte, ahimé, di pagarci per questa pubblicità gratuita:

  • Headspace – è l’app più famosa dedicata alla meditazione. Le prime 10 lezioni sono gratis, poi occorre pagare e non pochissimo (attorno ai 95 dollari annui). Purtroppo, però, non è disponibile in italiano. Se conoscete l’inglese, anche non benissimo, vi consigliamo di prova- re ad utilizzarla perché è davvero ben congegnata.
  • Calm – anch’essa in inglese, è un’app molto famosa per quanto riguarda la difficile strada del mantenimento o della riacquisizione della calma, con contenuti gratuiti ed altri a pagamento (un po’ come tutte le app).
  • Insight Timer – è un’app molto interessante, con vari contenuti gratuiti e a pagamento che spiegano come meditare, come calmare la mente, ridurre lo stress, cercare e trovare la felicità. Ah, questa la trovate anche in italiano.

20 minuti di lettura

Allora, in questo caso non avete bisogno di nessuna app che non ci sponsorizza.

No, non si tratta di diventare novelli Platone, Sai Baba o Ruggero, si tratta di provare a centrare se stessi, a equilibrarsi, per così dire, per poi proiettarsi con consapevolezza e serenità nella giornata lavorativa da svolgersi a casa.

Anche se non ci credete per nulla, anche se credete che siamo un gruppo di fricchettoni senza arte né parte, provate e non ve ne pentirete. Pure in questo caso vi presentiamo un paio di app che non si sono offerte, ahimé, di pagarci per questa pubblicità gratuita:

  • Headspace – è l’app più famosa dedicata alla meditazione. Le prime 10 lezioni sono gratis, poi occorre pagare e non pochissimo (attorno ai 95 dollari annui). Purtroppo, però, non è disponibile in italiano. Se conoscete l’inglese, anche non benissimo, vi consigliamo di prova- re ad utilizzarla perché è davvero ben congegnata.
  • Calm – anch’essa in inglese, è un’app molto famosa per quanto riguarda la difficile strada del mantenimento o della riacquisizione della calma, con contenuti gratuiti ed altri a pagamento (un po’ come tutte le app).
  • Insight Timer – è un’app molto interessante, con vari contenuti gratuiti e a pagamento che spiegano come meditare, come calmare la mente, ridurre lo stress, cercare e trovare la felicità. Ah, questa la trovate anche in italiano.

E che cos’è questa ora dall’appellativo così altisonante? Forse qualcosa di religioso? Forse qualcosa di mistico? Forse qualcosa?

Dopo aver terminato, con grande soddisfazione, l'ora sacra, ecco comparire all'orizzonte lei: LA COLAZIONE.

Colazione che lo sappiamo tutti che è il pasto più importante

Ah, come amiamo la colazione! Se ci pensate, le petit-déjeuner è il pasto più lontano dagli altri pasti. Fondamentalmente, quando vi svegliate non ingurgitate cibo da dieci o addirittura dodici ore. Non ci piacciono i luoghi comuni, infatti, come diceva un geniale anonimo, “nei luoghi comuni ci si sta stretti”, quindi non diremo che la colazione è il pasto più importante (mica l’abbiamo scritto nel titolo, vero?), ma senz’altro è uno di quelli che può dare le migliori soddisfazioni.

Non mangiate alimenti troppo pesanti, piuttosto quelli che vi possono fornire un ottimo apporto energetico, come cereali immersi nel latte o nello yogurt, fette biscottate o biscotti secchi con la marmellata, caffè, anche spremuta d’arancia se avete proprio voglia di trattarvi bene.
Dopo di che, con classe non ostentata, recatevi in bagno e fatevi una bella doccia, per ripulirvi dello sforzo fisico, dei residui della notte e per non puzzare come una lontra in una palude magiara, ça va sans dire.

A questo punto vestitevi come se doveste andare al lavoro, o almeno con abiti da casa che non siano il pigiama o le mutande. A parte il fatto che probabilmente non siete un bel vedere, non solo è antigienico dormire e lavorare con gli stessi vestiti, ma psicologicamente vi farà sentire il lavoro domestico come un qualcosa di anomalo, da fare di straforo, magari tra un partita a PAURA 2020 e una chiacchierata al telefono. NO! Vestitevi e predisponetevi a una grande mattinata di “lavoro agile”.

Una mattina di lavoro bella grintosa

A questo punto, ci sono due scenari: avete una compagna o un compagno, due figli, un cane che scorrazza indisturbato e 55 metri quadri da ottimizzare al meglio, oppure vivete con la vostra metà brasiliana, donna formosa o uomo muscoloso, in una villa a tre piani con piscina, giardino e terrazza, all’interno della quale avete un vostro studio.

In entrambi i casi, avrete bisogno di organizzare il vostro spazio e il vostro lavoro, anche se nel primo caso siete sicuramente poveri, magari felici, ma poveri, mentre nel secondo avete più disponibilità economiche e siete baciati dalla Dea bendata.

Come fare?
Cercate il tavolo più grande che avete o il più piccolo e, nel primo caso ricavate uno spazio tutto per voi, nel secondo occupate militarmente tutta la superficie.

Posizionate il vostro portatile al centro dello spazio (se avete un fisso dovrete adattarvi alla sua collocazione standard). Prendete un quaderno o un’agenda e posizionatelo lì vicino, penne e matite mettetele in un portapenne o allineate (sì, come una persona disturbata ed ossessiva) in un angolo. Prendete il portadocumenti che vi sarete portati senz’altro dall’ufficio o ricavatene uno di fortuna e collocatelo nello spazio a vostra disposizione. Ogni altro elemento di cancelleria andrà distribuito ordinatamente sulla superficie.

Vi consiglio, infine, di tenere accanto al pc una cassa bluetooth o un paio di buone cuffie (non scarsi auricolari, ma buone cuffie). La musica è fondamentale per il vostro impegno professionale, aiuta la concentrazione, il benessere, l’equilibrio e vi fa canticchiare, che male non fa.

Quest’ordine sarà ripetutamente sottoposto alle sferzate dell’entropia. Ebbene, questo è normale, l’importante è che a più riprese, vi sforziate di riposizionare il tutto più o meno come prima, in modo da contrastare il caos che avanza. Come dice un antico adagio giapponese: “Si c’è caciara nun ce se capisce un ciufolo!”.

A questo punto, finalmente, ci siamo. Si comincia.

Sforzatevi di tenere lontano il cellulare per un paio d’ore, a meno che non vi arrivino chiamate di lavoro. Dico chiamate perché le chat, per quando si possa dire, non possono essere e non saranno mai latrici di messaggi urgentissimi, altrimenti vi avrebbero telefonato. Segnatevi le attività più importanti da svolgere sul quaderno o sull’agenda, in ordine di importanza. A questo punto infilatevi le cuffie o lasciate che la musica voli via dalla cassa, lasciate stare i social e le email, e iniziate svolgendo le due attività che vi sembrano più ostiche tra quelle individuate. In questo modo la giornata si orienterà subito nel verso giusto e avrete la sensazione di aver già svolto molti compiti. Altrimenti andate su Facebook o su Instagram e chiudete questa guida, ma guarda te! Un appunto sulla musica: in una condizione di particolare disagio emotivo come può essere quella legata ad una permanenza forzata tra le mura domestiche (magari col vostro coniuge non proprio dialogante), l’essenziale è scegliere una playlist o un album rilassante o che vi dia la carica, nulla che vi distragga o che vi disturbi. Nello specifico:
  • NO al metal, alla musica italiana (comprendete più facilmente le parole), alla techno, al rap, al post-rock (rischiate di addormentarvi);
  • alla classica, al jazz, all’elettronica, al rock melodico, al reggae, specie del genere “roots”, e soprattutto sì ai due generi migliori per concentrarsi e sentirsi bene con se stessi e con il mondo, ovvero la bossanova ed il calipso. Sì, sì, lo sappiamo che molti di voi non saranno d’accordo con questa scelta, ma da numerosi studi condotti nel mondo da Nagency, l’esito è risultato questo. E soprattutto dovreste ascoltare almeno 3 ore di Harry Belafonte.

Statece, come dicono in Korea del sud

Ok, è arrivato il momento: e dai, dai, dai!

NO! C’È BISOGNO DI SPECIFICARLO?

Pranzo, finalmente non mangio panini, ma una bella carbonara?

Dovete lavorare nel pomeriggio, vi pare possibile mangiare una pasta con uovo, guanciale (non vogliamo sentire neanche in lontananza la parola “pancetta”) e pecorino? Senz’altro potrete prepararvi qualcosa di più sano, vi consigliamo una bella insalata mista, magari con mele, speck e noci. Oppure, se preferite i carboidrati, una pasta col pomodoro fresco o con la polpa, o con la ricotta, le zucchine e il prosciutto cotto.

Insomma, questo non è un blog di cucina, ma avete capito il concetto: non dovete abbuffarvi come se fosse capodanno! NON bevete alcolici (lo so è dura, un bel bicchierozzo di rosso da osteria… NO!), terminate con un frutto di stagione e mettete su un bel caffè corroborante.

Come sopravvivere al sonno postprandiale

Bene, è chiaro che a questo punto potreste essere colti da quello che i nord-bavaresi chiamano “abbiocco”, il letale senso di sonnolenza che colpisce ogni essere umano sopra i 25 anni dopo qualunque pranzo, a meno che non faccia uso di droghe eccitanti.

Se avete un piccolo spazio esterno, come un balcone o un piccolo giardino, uscite, prendete un po' d'aria e guardate lontano, se possibile, in modo da variare la distanza che gli occhi sono abituati ad affrontare.

Infatti, quando si sta al computer a lungo, il rischio è regolare la vista solo sulla breve distanza (quella tra voi ed il vostro schermo) e avere problemi a “rimirar l’orizzonte”.

In modalità smart working, poi, il rischio è doppio, poiché, inconsapevolmente, si tende a stare più tempo seduti e al computer, dato che si ha una sensazione di maggiore familiarità con l’ambiente, si tende a non fare pause.

 

Ora, dopo pranzo, prendere un petit morceau d’aria, riabituare la vista a una prospettiva diversa, magari camminare un po’ su e giù può predisporre il corpo alla nuova attività intellettuale che ci aspetta. E NO, niente ammazzacaffè!

Bene, a questo punto potete godervi una seconda tazzina di caffè se il vostro fisico è in grado di reggere un’ulteriore dose di caffeina e poi rimettetevi a lavorare alla vostra postazione.

Nel caso in cui durante la mattinata il caos si fosse impadronito della vostra scrivania, riordinatela e ripartite. Iniziate svolgendo un’attività non troppo complessa ma soddisfacente.

Non vi consiglieremo di far uso di cocaina e affini, men che meno mentre siete chiusi in casa responsabilmente per evitare il diffondersi del contagio del Coronavirus. Quello che potete fare è più semplice.

Se dovete contattare qualcuno, invece di fared una banale telefonata, lanciatevi in una videochiamata.

Porto a casa il pomeriggio. Ce la faccio!

Un problema di cui soffrono in molti, durante queste giornate solitarie, è l’assenza di contatto umano e visivo con le altre persone. Fermo restando che, per ora, la fisicità degli altri è da evitare, attraverso delle videochiamate è possibile almeno godere della presenza virtuale dei vostri collaboratori o clienti, condividendo un momento di difficoltà e trasformandolo in un’empatizzazione da remoto.

In fondo basta pettinarsi, vestirsi solo nella parte superiore del corpo (non ci provate, ricordate quanto detto nel paragrafo “Colazione, che lo sappiamo tutti che è il pasto più importante!”, sfoderare il vostro miglior sorriso e stare attenti a cosa inquadrate sullo sfondo (il water potrebbe non essere il massimo da offrire alla vista del vostro interlocutore).

Inoltre, se avete incarichi di responsabilità nei confronti di un team, potete fare delle videochiamate collettive anche per mantenere unito lo spirito di gruppo e il senso di appartenenza ad una realtà aziendale che per il momento è “diffusa” sul territorio, come gli alberghi di nuova generazione all’interno dei borghi medioevali.

Come applicazioni da utilizzare gratuitamente vi consigliamo:

  • Whatsapp – ha una qualità video ed audio buone, ma la videochiamata è limitata a 4 persone in contemporanea e funziona solo su mobile
  • Google Hangouts – con un account Google è possibile accedere a questa vecchia ma sempre molto efficiente applicazione, che vi dà la possibilità di collegarvi con 10 persone al massimo in contemporanea
  • Skype – l’applicazione delle videochiamate per antonomasia, tanto che comunemente ci si domanda: “facciamo una Skype call?”. È possibile gestire una chiamata che comprenda fino a 50 persone (50!) anche se, a volte, la qualità del video e dell’audio non è adeguata alla fama dell’applicazione di proprietà del gruppo Microsoft.

A questo punto completate le ultime attività che vi restano, chiudete a un orario stabilito che non sia troppo tardo. 17.30 - 18.00, non di più.

Cercate di rilassarvi.

Come?

Ed è subito sera. Ora sì che mi posso abbottare!

La prima cosa che ci verrà in mente è: ora ci sfondiamo di cibo, tanto siamo reclusi in casa, che cacchio ce ne importa?

NO! Perché, dateci retta, ve ne importerà quando finirà la quarantena e voi sembrerete dei cetacei spiaggiati al Pigneto, a Monti, al quartiere Saragozza, a Corso Buenos Aires o a Via dei Tribunali!

 

Cenate in modo equilibrato, toglietevi degli sfizi, certo, ma provate a non appesantire il vostro fisico, che, anche se fate attività motoria al mattino, come vi abbiamo consigliato, non è sollecitato come di consueto. Evitate fritti e cibi troppo grassi, concedetevi una bella bistecca, un risotto alla zucca, una zuppa di legumi, uno sformato di verdure.

Concedetevi, soprattutto, del tempo per cucinare con calma, potreste addirittura preparare impasti che richiedano un lungo tempo di lievitazione, come il pane (ecco un tutorial lungo e iper- dettagliato) o la pizza (qui trovate un bel tutorial di Giallo Zafferano).

Se amate bere alcolici, aprite una bella bottiglia di rosso, magari Nebbiolo o Pinot nero, oppure una bella birra IPA o una doppio malto.

Se non amate bere, sappiate che gli psicologi possono offrirvi assistenza su Skype in questo periodo!

Una volta rivestiti... ehm, una volta terminate queste attività che servono a separare nettamente il tempo dell'attività lavorativa con quello del risposo e dello svago, è il momento di chiedersi: CHE MANGIAMO?

OOOH, QUASI QUASI VADO A BERE QUALCOSA DOPO CENA... D'OH!

Cinema? Concertino? Birretta? D’oh!

Ooooh quasi quasi vado a bere qualcosa dopo cena, nonmi va di dormire subito. Oppure, ecco, potrei andare a vedere l’ultimo film di Ernesto Skrooter, immaginifico regista ceco-argentino, altrimenti mi dicevano al “Flavio Claudio” fanno un concertino indie niente male… CACCHIO, NON SI PUÒ! D’OH!

È pazzesco pensare a come le nostre prospettive cambino, in periodi di quarantena e smart working, e con quale velocità.

Ciò non significa che non si possa comunque cercare di sfruttare questo tempo a nostro vantaggio. Potete utilizzare il dopocena per fare della altre videochiamate, magari a familiari o amici (l’avete sentita “mammà”?), usare le videochat per giocare a Monopoli, Trivial Pursuit o altri giochi di società che, con alcune difficoltà non insormontabili, potete condividere con i vostri amici in questa modalità da remoto. Oppure potete usare anche questa piattaforma che ci corrisponde un sacco di soldi per questa sponsorizzazione, solo che la valuta è quella del Monopoli.

Potreste, in alternativa, leggere ancora, oppure dedicare un po’ di tempo alla vostra formazione online. In questo senso si moltiplicano le iniziative ad opera di autori di corsi e portali di e-learning che mettono a disposizione contenuti gratuiti. Ne trovate diversi su Udemy (oh, loro sì che ci pagano invece, evviv…ehm no, neanche questa piattaforma ci regala nulla, neanche un prosciutto, che so, un paio di casse di Prosecco. Che amarezza!).

Oppure, vedere un bel film su Netflix, su Amazon Prime Video, Sky o qualunque altra piattaforma di condivisione online o offline. Potreste, addirittura, provare a, shhh non diciamolo troppo forte, tornare a vedere un programma sulla Rai, una fiction su Mediaset, una maratona Mentana su La7.

La vecchia televisione che riemerge dagli abissi dell’era digitale e ci ricorda quando, da bambini, aspettavamo un giorno o un orario particolare per vedere il nostro telefilm preferito (allora non si chiamavano serie), da Twin Peaks a Beverly Hills, da Bayside School a Dawson’s Creek.

Dormo? E se non dormo? E come dormo?

Il problema è che i ritmi sono leggermente alterati, magari un po’ d’ansia ha fatto capolino in voi e, nonostante vi siate svegliati prima per l’ora sacra, non avete proprio sonno. Come il film di Dario Argento.

A questo punto è il caso di sdraiarsi alla meno peggio e guardare filmati su Youtube di folli che cercano di battere le sfide più insensate, (ah no, bisogna dire challenge se no non vale!). NO, per l’ennesima volta NO! In questi giorni è abbastanza comune il senso di disorientamento e di paura, sensazioni che non aiutano ad addormentarsi sereni.

Quindi ci rassegniamo all’insonnia e guardiamo puntate su puntate di “Cucine da incubo Frosinone”? Nooo!

Ci sono vari modi per rilassarsi e prepararsi al sonno, la cosa fondamentale è cercare di non sovraeccitarsi. A un certo punto è bene smettere di cercare notizie sul Coronavirus online, smettere di sbloccare il telefono ogni 2 minuti, smettere anche di guardare tv e computer.

Prendete un pentolino o un bollitore, invece, mettete a scaldare dell'acqua e preparatevi una bella tisana, magari con una miscela di erbe che favoriscano il sonno e il rilassamento muscolare.

A questo punto, fatte le dovute abluzioni, andate a coricarvi cercando di posizionare il cellulare fuori dalla portata delle vostre braccia. E ora? Inizieranno i brutti pensieri? Ripenserò al mio vicino che in ciabatte straziava l’inno nazionale, durante l’ultimo flash mob? Perché non seguite l’esempio dei marines americani? L’élite dell’esercito americano ha sviluppato e reso pubblica una tecnica per addormentarsi in soli 2 minuti. Probabilmente non sarà così precisa, ma vi consentirà comunque di approcciare al sonno in modo effiace.

Vediamo i passaggi principali di questa tecnica:

Con questa tecnica, in breve tempo dovreste addormentarvi. Provare per credere! Altrimenti alzatevi e sdraiatevi su quel fottuto divano a guardare la fottuta challenge su un tizio che scommette di riuscire a mangiare 20 hamburger di McDonald’s in un giorno.

Finito il momento nostalgia, guardate l'orologio e notate che si sta avvicinando il vostro orario di chiusura della giornata e di abbandono nelle braccia di Morfeo.

Conclusioni

Questo vademecum rappresenta il nostro contributo, con l’approccio ironico e informale che ci contraddistingue, per alleviare la gravità di questo momento molto difficile per il Paese e per il mondo.

È una piccola guida che speriamo possa essere utile a tutta la comunità dei lavoratori costretti in casa. La rilasciamo con la licenza Creative Commons che consente di diffonderla, modificarla, ridurla e shakerarla a piacimento, a patto di citare l’autore e non commercializzare mai il materiale da essa derivato.

Non sappiamo per quanto tempo sarà “fortemente consigliato” restare a casa, né per quanto tempo sarà necessario, poi, alternare il lavoro domestico a quello in ufficio.

Sappiamo solo che, all’interno di una comunità coesa, ognuno deve cercare di supportare, nei limiti delle proprie possibilità, gli altri membri.
Questa guida è il nostro aiuto ai liberi professionisti, agli imprenditori, agli impiegati, agli stagisti, agli Amministratori Delegati. È a disposizione di tutti.

Per aspera ad astra.

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