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Distopia: 7 libri da non perdere!

Arrivano le belle giornate di sole! (Non come quella di oggi eh!) Avete finito la lista di libri consigliati da amici e parenti?
Non vi preoccupate, ci pensiamo noi di Nagency! Oggi vi proponiamo una lista di romanzi distopici.
Gli amanti del genere potrebbero essersi persi qualche titolo, mentre chi non conosce ancora la categoria potrebbe scoprire una nuova passione!

Per i meno esperti, con il termine distopia si indica la rappresentazione di un futuro non auspicabile, in quanto si configurano situazioni o assetti politico-sociali e tecnologici profondamente negativi.
È un genere letterario che ha un potere molto forte: è in grado di individuare e addirittura prevedere storture all’interno delle nostre società passate, presenti e future.

Sono tantissime le opere letterarie di questo tipo.
Abbiamo cercato di fare per voi una selezione in cui si potessero trovare sia libri più recenti, che i grandi classici distopici.

1984 di George Orwell (1949)

Non può che essere citato per primo tra i grandi classici della distopia.
Orwell lo iniziò a scrivere nel 1948, infatti, invertendo le ultime due cifre di quell’anno, si ottiene proprio il titolo del romanzo. Nel 1984 la Terra è divisa in tre grandi potenze, governate da tre regimi totalitari e in guerra tra loro: Oceania, Eurasia e Estasia.
In Oceania non esiste la privacy, né libertà individuali. Arte, cultura e letteratura sono proibite.
La società è costantemente oppressa e controllata da schermi che fungono sia da mezzi di propaganda che da telecamere. Vi è un’unica figura misteriosa che detiene tutto il potere: il Grande Fratello.
Ricorda: “Big Brother is watching you!”

2084. La fine del mondo di Boualem Sansal (2015)

Dopo una guerra santa, la Shar, il mondo si presenta come una distesa di rovine.
Nello stato dell’Abistan, in guerra costante, vige un regime totalitario che prende il nome del “profeta delegato” Abi, unico rappresentante in terra di un dio saggio e giusto.
Tutti devono seguire la legge di Yola.
I credenti vengono premiti o puniti in base alla propria fede.
La religione controlla ogni individuo.
Sono riferimenti voluti sia quelli rivolti ai regimi islamici integralisti (Arabia Saudita e ISIS), sia quelli che richiamano il capolavoro di Orwell.

Ma gli androidi sognano pecore elettriche di Philip K. Dick (1968)

Altro grande classico dal titolo stravagante.
Sulla Terra vi è stata una guerra nucleare, diventando un luogo desolato dal quale chi è riuscito a salvarsi è scappato poi nelle colonie Extra-Mondo.
Il protagonista è un cacciatore di taglie.
Il suo compito è quello di eliminare sei androidi chiamati “replicanti”.
Lo sapevate che da questo libro è stato tratto Blade Runner e, recentemente, Blade Runner: 2048?

La svastica sul sole di Philip K. Dick (1962)

È un romanzo distopico e ucronico. La storia del mondo ha seguito un percorso alternativo rispetto a quello reale. Nella seconda guerra mondiale le potenze dell’Asse hanno sconfitto gli Alleati.
Hitler è al potere e tutto il mondo è parte del suo Reich!
Curiosità: nel romanzo uno dei personaggi è famoso per aver, a sua volta, scritto un’opera ucronica nella quale si descrive un mondo che ha visto Hitler perdere la guerra!

Il complotto contro l’America di Philip Roth (2004)

Altro romanzo distopico e ucronico, ma più recente. Negli Stati Uniti, durante la seconda Guerra Mondiale, le elezioni presidenziali vengono vinte da un famoso aviatore antisemita che proclama la neutralità degli Stati Uniti.
Ciò comporta timori da parte degli ebrei in tutto lo stato per eventuali ritorsioni.
Anche il protagonista, che ha lo stesso nome dell’autore, dovrà prendere le precauzioni necessarie essendo un ragazzo ebreo e abitando nel quartiere semita della città.
Non si mette bene per Philip, non trovate?

Hunger Games di Suzanne Collins (2008)

Primo libro dell’omonima trilogia. Ambientato in America in un futuro distopico post apocalittico. Una serie di eventi catastrofici e di guerre hanno completamente stravolto il paese.
Nasce una nuova nazione, Panem, all’interno della quale si distingue per ricchezza la città di Capitol City.Il resto della nazione è divisa in 12 distretti e patisce la fame per il livello di povertà.
L’evento mediatico dell’anno di Panem sono gli Hunger Games.
Tradizione nata per punire tutti gli abitanti dei distretti, dopo la rivolta nel distretto 13, non più esistente.
I 24 partecipanti, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, vengono scelti a sorte tra gli adolescenti dei distretti, due per ogni distretto (un ragazzo e una ragazza).
Ogni anno i prescelti vengono rinchiusi all’interno di una arena e costretti a combattere fino alla morte.
Solamente il vincitore verrà risparmiato. Tutto ciò viene trasmesso in diretta tv per intrattenere il facoltoso pubblico di Capitol City!
Insomma non sembra anche a voi un incubo spaventoso? Poveri ragazzi!

Qualcosa, là fuori di Bruno Arpaia (2016)

In un futuro molto prossimo inquinamento e riscaldamento globale hanno trasformato il pianeta.
Stagni al posto dei grandi laghi e radure al posto delle foreste. Il livello del mare si è alzato e le città sono state sommerse.
I sopravvissuti alle catastrofi naturali sono costretti a emigrare verso il nord del pianeta, non più gelido e inospitale ma unica parte rimasta ancora vivibile.
Anche Livio, migrante climatico italiano, si troverà costretto ad intraprendere questo lungo e duro viaggio.
Insieme a lui condivideranno le fatiche tante altre persone, tutti diretti verso la Scandinavia, dove l’erba ancora c’è ed è anche verde!
Sono tanti i richiami all’attualità che ci faranno sicuramente riflettere.

Ci auguriamo vi possa essere utile la nostra lista dei 7 libri distopici da non perdere! Fateci sapere che ne pensate!

Bene, per oggi noi di Nagency ci fermiamo in attesa di nuove letture da consigliarvi.

Tante care letture a voi da Nagency!

Alice Avarello

Alice Avarello

Anni: 16. Ruolo: Social Media Manager Junior, Avvocato. Dicono di lei: Se arriva in ufficio prima delle 11 e 30 sulla Tiburtina appare Napo Orso Capo al volante di una Duna bianca. Citazione preferita: “Oggi c’ho un sacco di cose da fà!”.

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